Differenze
con l'intermediazione tradizionale


Il punto fondamentale di differenziazione è che non sarò remunerato dall’acquirente, ma solo dal venditore.
L’acquirente non pagherà alcuna provvigione e potrò sedere al tavolo delle trattative libero di mettere in campo tutta la mia esperienza e professionalità per perseguire il tuo esclusivo interesse di proprietario.

Nell’intermediazione tradizionale l’agente immobiliare deve essere indipendente dalle parti e imparziale. E’ colui che, ex. art. 1754 c.c. senza vincoli di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza, mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare.

Questa norma, però, mal si concilia con la prassi - in voga da decenni - del conferimento di un incarico di vendita al mediatore da parte del proprietario dell'immobile. La presenza di tale legame contrattuale con una delle parti, infatti, altera gli equilibri tra i tre soggetti in campo: venditore, mediatore, acquirente. Non a caso la Corte di cassazione ha dovuto creare la figura del "mediatore atipico" per far rientrare l'agente immobiliare - che opera su incarico contrattuale - nell'alveo della normativa codicistica relativa all'intermediazione tradizionale, che risale al 1942, e regolava un mondo degli affari completamente diverso da quello contemporaneo. 

Nel mercato contemporaneo il concetto di equidistanza ritengo che non possa essere interpretato in modo astratto, ma debba essere declinato nell'offerta di servizi differenziati, specifici per le esigenze proprie di venditori e acquirenti. Alla luce di una considerazione fondamentale: l'agente immobiliare, nel 99% dei casi, è scelto dal venditore, mentre l'acquirente incontra il mediatore solo perché interessato a un immobile da lui curato.

Per questa ragione, come professionista immobiliare, trovo illogica e disfunzionale la prassi commerciale di quelle agenzie che - per ottenere l'incarico - si offrono ai venditori di casa con provvigioni bassissime, oppure con "provvigione zero". Come può il venditore avere fiducia in un professionista che vende il suo immobile ma è pagato (profumatamente) dalla controparte contrattuale, che ha interessi opposti ai suoi? Sarebbe come farsi difendere in tribunale da un avvocato che è pagato da chi lo ha citato in giudizio: un vero paradosso.

Per questo motivo la mia società di intermediazione e consulenza immobiliare ha sempre operato richedendo provvigioni equilibrate tra venditore e acquirente, per remunerare i servizi differenziati e specifici a loro offerti. Perché il venditore non deve avere nenache il lontano sospetto che il pagamento della provvigione - in via preponderante o esclusiva - da parte dell'acquirente induca il mediatore a favorirne gli interessi.

L'idea del servizio "private realtor" nasce da questa analisi della realtà del mondo dell'intermediazione, per offrire un servizio sempre più specifico e tagliato su misura sulle esigenze del venditore, colui che sceglie e incarica il suo consulente. In questo modo l'acquirente è liberato da un peso economico oggettivo e da un peso psicologico non irrilevante, quello di dover pagare un professionista che non ha scelto di sua iniziativa, ma che ha trovato "allegato" all'immobile desiderato. Non dovendo pagare la provvigione, l'acquirente può impiegare tutto il suo budget nell'offerta a vantaggio del venditore.

Dalla trasparenza intrinseca dei ruoli deriva maggior fiducia da parte di tutti gli attori in campo.

Fiducia e trasparenza sono i valori a cui ispiro questo servizio - nuovo per l'Italia, ma diffuso nel mondo anglosassone - e che vorrei fossero le basi del mercato immobiliare del futuro.